Su sinuosi sentieri
mi inerpico e salendo
alla cima del monte
ai costoni rocciosi
mi affido aggrappo avvinghio
come elegante felino.
Balzo di qua e di là
fra viole arbusti e pini
danzo sull'erba alta
danzo sul denso fango
e canto dentro me
come cicala in giardino.
Posso solo salire
e gioire nel vento
perché ho trovato te,
piccolo rosso petalo,
che via te ne scorrevi
nel torrente cristallino.
(15/08/15)
Nel ventre di Parigi
si infiammano i litigi:
alla luce le fogne
oscure di ciascuno
vengono come scheletri
d'armadio dissepolti,
ché sottoterra i resti
peggiori dei mortali
stancati se ne stanno.
31/07/15
Scuote la
chioma
bionda
l'albero;
la brezza
è fredda
e soffia...
Una foglia
nella folla
si confonde.
S'agita il
vento fra
le fronde
dorate;
la pianta
i rami
dimena...
Una foglia
dalla folla
si distacca.
Timida la
foglia gialla
precipita;
sull'asfalto
d'ossidiana
dura, dolce
si adagia.
Impietosa
quella gente
la calpesta;
piedi vecchi,
nuovi la
torturano,
ma sorride...
Una foglia
nella folla
muore.
(14/11/13)
IL TORMENTO DELLA TARTARUGA by ladeamurcia, literature
Literature
IL TORMENTO DELLA TARTARUGA
Grattano le
unghiette
aguzze,
scricchiolano
e tremano
sul tetro
vetro.
E tu la senti.
Ma non l'ascolti.
Opalescente
la luce
l'acceca,
trasognata,
e vibrante,
fittizia,
l'illude.
E tu la vedi.
Ma non la guardi.
Si tormenta
la tartaruga,
frastornata
impazzisce
e sguazza
e chiama,
vana.
E tu non lo sai.
E non te ne accorgi.
Per fuggire
al sicuro
corre, ma
non si muove,
la sola
sua corazza
è casa.
Io sono in un acquario.
Ma a te non importa.
(10/10/13)
Dentro la stanza due tre zero, l'arte
si fa con sferze ardenti di rubino,
segni di porpora amaranto e fragola,
lingue di sangue sulla tela nuda
Dentro la stanza due tre zero, l'arte
si fa con la tragedia della colpa
punita da divinità iraconde,
con la catarsi e la conciliazione
Dentro la stanza due tre zero, l'arte
si fa con lo stridente suono cauto
dei sospiri, con sinfonie di sguardi,
con sonate graffianti ed ululati
Dentro la stanza due tre zero, l'arte
come l'amore, col genio, si fa
(23/02/15)
Corre la penna d'oca
sulla bianca pianura,
coi suoi passi corvini
a prolungar passato
in futuro, sentieri
sentiti sempre traccia
e pensati percorsi
col suo ballo delinea.
Da una nera sorgente
la sua energia attinge,
ché senza d'essa muoversi
non può, e da un sinuoso
serpente vien seguita
che silenzioso sibila,
con suoni di memoria,
vita sussurra e stride.
Ma poi se si rovescia
su carta il calamaio,
dall'inchiostro incastrata
come uccello in petrolio,
interrotta è la penna:
la pianura è allagata,
la parola è spirata,
annegata.
(21/01/15)
Agli uomini di fede
sta sempre dietro l'alba.
Calorose ricevono
le radiose risposte
dall'astro della rorida
terra, che pur di candida
lana vestito, splende
sempre per loro d'oro:
perpetuo lume è il loro.
Un moscerino sciocco
sembrano gli infedeli,
che a destra e a manca vaga,
al lampione che scema
vola, che nel semaforo
cerca e non trova: luce
mutevole ed instabile
attira acceca illude,
luce che brilla e muore.
(26/12/14)
Divina è l'arte del dimenticare,
danzare a piedi nudi sui carboni
ardenti del passato più vicino
e dalle ceneri del più lontano
librarsi in alto, candida nel fumo:
la colomba innocente del futuro.
Divina è l'arte del dimenticare,
volare celere fra gocce e grandine
di caustici ricordi, divorare
il verme viscido di ciò che fu,
rubare un'attimo d'eternità:
la gazza ch'alla vita dice sì.
(14/06/15)
Corro, esasperata,
sono lo sfuocato
specchio
di una bestia
indomata;
la cenere
fra i capelli,
la morte
fra le palpebre,
il terrore
fra i seni.
Piovono gocce
di fuoco,
ovunque volga
il mio passo
la fiamma infuria
e nasconde
un masso.
Fuggo, accecata,
nelle ciglia
e nel cervello
dal fumo
livido
e vivido
zampilla l'incendio
e consuma
la mia pelle
i capelli
il petto.
Piovono gocce
infiammate,
ovunque volga
il mio sguardo
c'è solo il deserto,
la mia fuga
è in ritardo.
Io scappo, dannata,
un riparo
non c'è,
soffoco,
impazzisco,
inciampo
ancora
e ancora
nei crateri morti
di vecchie
cadute.
Guardo in alto.
palle di fuoco
bruciano
È la bianca caduta
di fiocchi cristallini
sulle ghiacciate braccia
del popolo di legno
È l'epopea insensata
fra i palazzi aberranti
di colore sconfitti
dall'aria nebulosa
Sensibile sospesa
nel silenzio la nota
e lo schermo bloccato
e la giostra che gira
(07/12/14)
Su sinuosi sentieri
mi inerpico e salendo
alla cima del monte
ai costoni rocciosi
mi affido aggrappo avvinghio
come elegante felino.
Balzo di qua e di là
fra viole arbusti e pini
danzo sull'erba alta
danzo sul denso fango
e canto dentro me
come cicala in giardino.
Posso solo salire
e gioire nel vento
perché ho trovato te,
piccolo rosso petalo,
che via te ne scorrevi
nel torrente cristallino.
(15/08/15)
Nel ventre di Parigi
si infiammano i litigi:
alla luce le fogne
oscure di ciascuno
vengono come scheletri
d'armadio dissepolti,
ché sottoterra i resti
peggiori dei mortali
stancati se ne stanno.
31/07/15
Scuote la
chioma
bionda
l'albero;
la brezza
è fredda
e soffia...
Una foglia
nella folla
si confonde.
S'agita il
vento fra
le fronde
dorate;
la pianta
i rami
dimena...
Una foglia
dalla folla
si distacca.
Timida la
foglia gialla
precipita;
sull'asfalto
d'ossidiana
dura, dolce
si adagia.
Impietosa
quella gente
la calpesta;
piedi vecchi,
nuovi la
torturano,
ma sorride...
Una foglia
nella folla
muore.
(14/11/13)
IL TORMENTO DELLA TARTARUGA by ladeamurcia, literature
Literature
IL TORMENTO DELLA TARTARUGA
Grattano le
unghiette
aguzze,
scricchiolano
e tremano
sul tetro
vetro.
E tu la senti.
Ma non l'ascolti.
Opalescente
la luce
l'acceca,
trasognata,
e vibrante,
fittizia,
l'illude.
E tu la vedi.
Ma non la guardi.
Si tormenta
la tartaruga,
frastornata
impazzisce
e sguazza
e chiama,
vana.
E tu non lo sai.
E non te ne accorgi.
Per fuggire
al sicuro
corre, ma
non si muove,
la sola
sua corazza
è casa.
Io sono in un acquario.
Ma a te non importa.
(10/10/13)
Dentro la stanza due tre zero, l'arte
si fa con sferze ardenti di rubino,
segni di porpora amaranto e fragola,
lingue di sangue sulla tela nuda
Dentro la stanza due tre zero, l'arte
si fa con la tragedia della colpa
punita da divinità iraconde,
con la catarsi e la conciliazione
Dentro la stanza due tre zero, l'arte
si fa con lo stridente suono cauto
dei sospiri, con sinfonie di sguardi,
con sonate graffianti ed ululati
Dentro la stanza due tre zero, l'arte
come l'amore, col genio, si fa
(23/02/15)
Corre la penna d'oca
sulla bianca pianura,
coi suoi passi corvini
a prolungar passato
in futuro, sentieri
sentiti sempre traccia
e pensati percorsi
col suo ballo delinea.
Da una nera sorgente
la sua energia attinge,
ché senza d'essa muoversi
non può, e da un sinuoso
serpente vien seguita
che silenzioso sibila,
con suoni di memoria,
vita sussurra e stride.
Ma poi se si rovescia
su carta il calamaio,
dall'inchiostro incastrata
come uccello in petrolio,
interrotta è la penna:
la pianura è allagata,
la parola è spirata,
annegata.
(21/01/15)
Agli uomini di fede
sta sempre dietro l'alba.
Calorose ricevono
le radiose risposte
dall'astro della rorida
terra, che pur di candida
lana vestito, splende
sempre per loro d'oro:
perpetuo lume è il loro.
Un moscerino sciocco
sembrano gli infedeli,
che a destra e a manca vaga,
al lampione che scema
vola, che nel semaforo
cerca e non trova: luce
mutevole ed instabile
attira acceca illude,
luce che brilla e muore.
(26/12/14)
Divina è l'arte del dimenticare,
danzare a piedi nudi sui carboni
ardenti del passato più vicino
e dalle ceneri del più lontano
librarsi in alto, candida nel fumo:
la colomba innocente del futuro.
Divina è l'arte del dimenticare,
volare celere fra gocce e grandine
di caustici ricordi, divorare
il verme viscido di ciò che fu,
rubare un'attimo d'eternità:
la gazza ch'alla vita dice sì.
(14/06/15)
Corro, esasperata,
sono lo sfuocato
specchio
di una bestia
indomata;
la cenere
fra i capelli,
la morte
fra le palpebre,
il terrore
fra i seni.
Piovono gocce
di fuoco,
ovunque volga
il mio passo
la fiamma infuria
e nasconde
un masso.
Fuggo, accecata,
nelle ciglia
e nel cervello
dal fumo
livido
e vivido
zampilla l'incendio
e consuma
la mia pelle
i capelli
il petto.
Piovono gocce
infiammate,
ovunque volga
il mio sguardo
c'è solo il deserto,
la mia fuga
è in ritardo.
Io scappo, dannata,
un riparo
non c'è,
soffoco,
impazzisco,
inciampo
ancora
e ancora
nei crateri morti
di vecchie
cadute.
Guardo in alto.
palle di fuoco
bruciano
È la bianca caduta
di fiocchi cristallini
sulle ghiacciate braccia
del popolo di legno
È l'epopea insensata
fra i palazzi aberranti
di colore sconfitti
dall'aria nebulosa
Sensibile sospesa
nel silenzio la nota
e lo schermo bloccato
e la giostra che gira
(07/12/14)
i.
with his dearth
the way his void
echoed her crossing ankles
and inflicted claustrophobia within
her embroidered skirt
ii.
with her perch
how her delicate wrist
rubbed indian missives
in dutiful smudge and
degenerate hurt
iii.
with her heel
clacking swift and
cracking whips and
asking simply if
but only after pealing
iv.
with the cosmos
lacking infinite
she tracked the rifts
and random acts
of disaster and time unfeeling
v.
with his
and hers,
the spit
of words,
the cliffs
and curves
of her figure,
cursed her
pictures,
purchased
fixtures
with cursive
signatures,
searched
for scripture
and perfect
ligatures,
rehearsed
with a sure
swam up laced legs
of abdicated thronerooms
with grace of seven seas
afire
sire,
your regal approach
leaves kingdoms
to be desired
i've admired
and smoldered
thus far,
eyes start
to look
alike
you have been princing
all the tapestries
and i
on the floor
perspire
you swarmed
junebug, shard
and starred,
and scarred
this empty face will be smiling
if you kick the door down -
but only if. or maybe not.
maybe the door was never closed
maybe the mirror was never empty
maybe the spit of generations
clouded over.
maybe tomorrow
would have been easier
maybe tomorrow
you could have laid
better foundations
for a tower built
to tear down
tomorrow
you could have seen everything
and forgotten it all.
a wave unbroken
on strong shoulders
a soft daughter
you are cradled
and afraid
in the rush
of the water
rain and other things that dont exist by scheherazades, literature
Literature
rain and other things that dont exist
me and god used to hang out all the time
leaning on our fucked up elbows
opposite the train station
and it rained on us but nowhere else
i choke on being alive, i love breathing but i hate lungs
bury me and kiss me goodnight. me and god
fell out because of bodies. me and god
fell out because of breathing.
the blueprints of my body tell me
that my body is mathematically big enough
to contain all of heaven
exactly three point two times over.
my body isnt real
and i exist in it.
im touching something right now
but touch isnt real and the thing isnt real
and god
god is another thing entirely. me and god
fell out because my fingert
The wind
embraces me
and shivers
every grain
of my
sandy skin.
Frantic clouds
flood the sky
in a spectacle
barely noticed.
Everything here,
the metal
the flock of people
the grass
is barely noticeable.
These Martians are
of no interest
so I turn
my eyes
around.
I take
two pence in my hand
and throw them
into the well.
I wait
for them to hit
the bottom.
Whenever they will
somebody
will be richer.
Wry dearth
claws the breath
and thaws
the rough sands
of thousands
of thirsty deserts.
This earth is
shaken
quaked
dried to madness;
it looks at the stars
because it craves
the blaze of the sun,
any kind of
thermonuclear cataclysm
that will burn
down everything:
just what is
degenerate.